Oggi il Corpo di Polizia Penitenziaria non ha regole di ingaggio certe, sicure, e che soprattutto possano svincolare chi opera in trincea nelle occasioni di azioni violente dei detenuti (soprattutto gli psichiatrici) dall’essere denunciato per il reato di “tortura” di cui all'art. 613/bis c.p.- In questi minimi spazi, contenere soggetti attivamente violenti, con turbe psichiche e che hanno a disposizione armi improprie, diventa un dramma per il Poliziotto Penitenziario che si trova purtroppo ad operare con la “spada di Damocle” in testa...leggi la nota della UIL